Paciano: Cittadina
dell'Umbria, in provincia di Perugia; Il vecchio castello
di Paciano viene citato per la prima volta in un diploma di
Berengario I, marchese del Friuli e imperatore, emanato in Roma,
nel 917, con il quale la corte di Paciano e quella di Panicale
erano donate al marchese Uguccione di Bourbon. L'origine del
nome, secondo alcuni storici può ricondursi a Giano , "Pace
di Giano" e alla stessa divinità romana potrebbe riferirsi la
traduzione da "Passus Iani" cioè "Passaggio al tempio di Giano",
i cui resti sono ancora visibili lungo l'antica via che collegava
Chiusi al Trasimeno, l'attuale strada del Ceraseto. Secondo
altri studiosi di toponomastica il nome di Paciano potrebbe
derivare anche dagli antichi Pacianati di Festo o da Pacino,
nipote del re Volpinio detto Lucullo, o meglio ancora che Paciano
prenda la sua denominazione dalla famiglia romana Pacia, frequente
nelle antiche iscrizioni e specialmente in Toscana.
Gli studi più recenti concordano nel far derivare il nome di
Paciano da Pacius; si tratterebbe anche in questo caso di un
prediale di origine romana. 1014 - Enrico II dona al monastero
di S. Maria della Farneta le chiese di S. Bartolomeo e di S.
Cristoforo, situate nella curtis di Pacciano. Nel 1182 Federico
Barbarossa confermò il possesso del possedimento alla badia
di Campoleone.
Nel 1258, forse già distrutto l'antico castello, è citato come
"Villa Pacani" facente parte del territorio del comune di Perugia
e si nominano i suoi responsabili dinanzi allo stesso comune.
Nel 1260 è di nuovo denominato"Castrum Pacani", nel 1282, per
l'enumerazione dei focolari è detto "Castrum Novum" con 44 focolari.
Sopra la porta di Pacciano Nuovo, Porta Rastrella, così detta
perché sopra di essa è scolpito un rastello e sotto a questo
un Giglio di Francia, si vede il millesimo in carattere gotico
anno Domini MCCC.
1313 - gli uomini di Paciano furono dispensati dall'andare
all'esercito, che si metteva in campo per andare contro i Todini
(Pellini, parte I)
1371 - con il diploma di Carlo IV imperatore fu dato in perpetuo
Nobil feudo a Guglielmo di Beaufort, nipote di Clemente VI,
Chiusi con le sue terre e in particolare Panicale e Paciano.
Narra il Pellini che nel 1416 Paciano si sottomise a Braccio
da Montone e riconobbe il suo dominio. Nel 1434 la famiglia
Ranieri ottenne dal Papa Eugenio IV il permesso di ricostruire
Paciano Vecchio, ma non fu mai ricostruito.
Dal 1443 al 1444 il paese deve subire le angherie del Ciarpellone,
ex luogotenente del Piccinino, il quale dopo aver devastato
Piegaro si installa da padrone a Paciano finchè Perugia non
lo riscatta. Negli "Annali Decemvirali", si cita Paciano in
quanto beneficiario dal 1461 al 1473 di contributi per il restauro
delle mura del castello e la realizzazione del torrione.
Nel 1489 i Baglioni presero di nuovo dominio di Perugia e gli
Oddi con i loro seguaci furono cacciati
dalla città. Queste si dettero a devastare il territorio e dopo
aver tentato di entrare in Panicale, vennero a Paciano e vi
entrarono per il tradimento di un pacianese. I Baglioni si recarono
con un esercito a Paciano per riannetterlo a Perugia. I pacianesi
fecero sapere che erano disposti a cederlo alla città e alla
Chiesa solo dietro la decisione del Papa. Il legato pontificio
recuperò così Paciano a Perugia e alla Chiesa e gli Oddi con
i loro seguaci dovettero promettere di abitare al di fuori del
territorio di Perugia.
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