Dal punto di
vista geografico e naturalistico Norcia è collocata
nel punto di raccordo di due realtà paesaggistiche assai
diverse ma contigue: la Valnerina, ovvero il comprensorio
della stretta valle fluviale scavata dal fiume Nera e dai
suoi affluenti, con le sue pendici montane scoscese
ricoperte di vegetazione a foglia caduca, e i Monti
Sibillini, la zona montuosa di origine tettonica
caratterizzata da vette in grado di raggiungere e superare i
2000 metri di altezza, con pendii erbosi o ricoperti da
faggete, arrotondati dalla azione glaciale e eolica,
all'interno della quale si aprono vasti altopiani carsici
sfruttati per il pascolo di bovini e di greggi e ricchi di
specie floreali montane tra le quali l' artemisia,
l'anemone, la genziana e il giglio martagone. I boschi che
circondano la valle sono popolati dal capriolo, dal gatto
selvatico e dallo scoiattolo mentre negli anni passati,
grazie ad opere di ripopolamento, ha potuto fare la sua
ricomparsa anche il cinghiale. Nelle faggete di alta
montagna sono segnalati alcuni piccoli branchi di lupo
appenninico, che vivono però in difficile equilibrio con la
presenza umana legata soprattutto alla pastorizia,
ampiamente praticata nella zona. Rara ma presente l'aquila
reale, mentre sono relativamente frequenti le specie del
falco pellegrino, del picchio rosso e del picchio muraiolo.
Nelle acque del Lago di Pilato, un piccolo bacino lacustre
dal livello variabile, alimentato dallo scioglimento nevoso,
posto in una conca glaciale in prossimità della cima del
Monte Vettore, vive una specie endemica di crostaceo: il
Chirocefalo del Marchesoni. I fenomeni carsici sono assai
frequenti e in prossimità del centro urbano, a ridosso delle
mura cittadine, danno luogo a delle risorgive localmente
denominate Marcite, ovvero zone in cui l'acqua, raccolta e
ridistribuita attraverso un razionale sistema di canali,
allaga in maniera continuativa e controllata per lunghi
periodi dell'anno ampie zone di terreno, consentendo la
raccolta di un fieno abbondante.
|