Cannara:
comune umbro in provincia di Perugia. È una cittadina di antiche
origini a prevalente economia agricola, alquanto sviluppata anche
grazie alle acque del Fiume Topino la cui riva sinistra lambisce la
città. Nel Medioevo aveva l'aspetto di un robusto castello,
sottomesso prima ad Assisi e poi a Perugia e allo Stato della
Chiesa cui passò definitivamente nel 1648 insieme a Bettona con
cui aveva diviso anche il potere dei Baglioni. All’interno un
radicale ammodernamento è stato realizzato nel 1921 interessante la
tavola di Niccolò di Libertatore detto l’Alunno dove vi è dipinta La
Madonna in trono col figlio tra S. Francesco e San Matteo.
Eventi:
Festa di Sant'Antonio abate, patrono degli animali si celebra
a gennaio la domenica successiva al giorno 17. Tutti portano le
proprie bestie che vengono solennemente benedette in piazza Marconi,
sul sagrato delle chiese di San Francesco e San Giovanni Battista.
Qui i membri della confraternita di Sant'Antonio distribuiscono
vino, salsicce, arance, pane e rocce conditi da anice e uva passa.
Festa di San Biagio, si festeggia il 3 febbraio. Il programma
dei festeggiamenti civili si conclude in piazza Garibaldi (già del
Grano) con giochi popolari di abilità, consistenti nella corsa con i
sacchi o nel rompere con un bastone, e bendati, delle brocche appese
fra le case che si affacciano sulla piazza. Sin dal giorno prima è
usanza far rotolare, quanto più a lungo possibile, forme di
formaggio per le vie del centro storico secondo una tradizione già
attestata nel XVI secolo. Processione del Cristo Morto, si
svolge il Venerdì Santo per le vie del paese illuminate solo dal
tenue bagliore delle fiaccole. Crociferi, penitenti incappucciati o
incatenati accompagnano, insieme ai membri di tutte le
confraternite, il catafalco con il simulacro del Cristo Morto: una
statua quattrocentesca con le braccia snodabili che, per la
processione, viene deposta dalla croce e adagiata, richiudendo gli
arti superiori, sul letto funebre. Durante l'anno la singolare opera
è custodita nella chiesa della Buona Morte. La rinchinata, si
tiene il giorno di Pasqua. Due processioni distinte accompagnano
rispettivamente l’uscita della statua del Cristo Risorto da San
Matteo e quella della Vergine da San Biagio. Sul sagrato della
parrocchiale si incontrano e avviene l'inchino dei due simulacri che
deve compiersi in perfetto sincronismo, sorretti dai membri delle
confraternite. Dalla riuscita del rito si traggono tuttora auspici
per il raccolto estivo. È usuale, da qualche anno, associare a
questo rito religioso anche la festa della Vernaccia un vino locale
ottenuto dall'uva passita da degustare per le vie del paese insieme
a torte di formaggio, salumi e dolci di uvetta e canditi.
L’Infiorata, è la manifestazione più importante dell'anno dopo
la festa della cipolla. Si svolge il giorno del Corpus Domini e la
notte precedente serve per allestire lungo le vie del paese
splendidi tappeti floreali, destinati ad ospitare il passaggio del
sacerdote in processione con il Santissimo Sacramento: solo a lui è
consentito calpestarli. L’infiorata è realizzata con il concorso di
tutta la popolazione cannarese che partecipa alle lunghe fasi
preparatorie consistenti nella raccolta e nella scelta dei fiori
necessari a creare i variopinti tappeti, ispirati nelle
raffigurazioni a temi religiosi o di attualità, comunque legati alla
solennità della festa. Festa della cipolla, è la
manifestazione più importante di tutto l’anno oltre che l’evento
clou del settembre cannarese che alterna per tutto il mese
esposizioni d'arte e fotografiche, momenti di teatro, musica,
folclore, alle tradizionali celebrazioni liturgiche in onore del
patrono San Matteo (21 Settembre). La festa della cipolla ha lo
scopo di valorizzare questo importante prodotto locale che viene
cucinato i numerosi modi ed offerto alla degustazione del pubblico
in sei stand gastronomici, allestiti nelle varie piazze cittadine.
Le cipolle, assieme ad altri prodotti tipici, sono anche vendute
nelle caratteristiche trecce dai numerosi mercanti ambulanti. I
Focaracci, sono grandi falò che vengono incendiati lungo il
fiume Topino la sera del 5 dicembre in occasione della festività di
San Nicola da Bari che, secondo tradizione, durante la notte porta
doni ai bambini maschi. |